Nell'attesa della pubblicazione del
draft della ISO 20121, a sua volta basata sul noto standard inglese
BS 8901, si moltiplicano i disciplinari che promettono la
realizzazione di eventi sostenibili e la relativa certificazione da
mostrare al pubblico.
Senza entrare nel merito
dell'opportunità di emanare certificazioni slegate da qualsivoglia
legge e standard condiviso (la volontarietà delle azioni vòlte alla
sostenibilità è comunque apprezzabile), è evidente il limite
intrinseco dei disciplinari che stanno nascendo. Presentati in forma
di procedurale, vale a dire
sottoforma di elenco di azioni suggerite per il raggiungimento
dell'obiettivo "evento sostenibile", risultano spesso sostanzialmente
privi degli elementi fondamentali: la definizione dell'obiettivo
stesso e degli indicatori in base ai quali misurare il raggiungimento
del risultato (che cosa è eco sostenibile, e rispetto a cosa posso
valutarlo?). Ciononostante, al termine di un -costoso- processo, sarà
rilasciato un bollino di certificazione.
E se invece di certificare si
iniziassero ad introdurre alcuni principi (che per altro non costano
niente) che si basano sul fare bene le cose giuste: con qualche
sforzo si potrebbero ottenere risultati oggettivi e misurati non in
azioni (Hai usato il bicchierino giusto? Lo hai gettato nell'apposito
cestino? Ma la tua tartina è biologica?), ma in termini concreti e
principalmente trasparenti, kWh utilizzati, C02 emessa, materiali impiegati e smaltiti.
C'è da augurarsi che con il tempo
l'Industria degli eventi non si lasci influenzare da tante
certificazioni desiderose di normare, procedure e parametri da
rispettare, ma semplicemente diventi meno energivora ed inquinante, e
anche portatrice di quei valori ambientali che ci permetteranno di
migliorare (o quanto meno non peggiorare) la qualità dell'ambiente.
Un rassicurazione per le Aziende desiderose di certificazioni
....alla fine un bollino si otterrà sempre!